La morte di Bernardo Caprotti, pàtron di Esselunga, modello d’imprenditoria tutta italiana, ha acceso i riflettori su tematiche altrimenti (normalmente) estranee alla quotidianità degli Italiani…
…infatti, articoli di giornali, web e TV offrono lo spunto per conversazioni in ufficio, al bar, in pizzeria…e per qualche giorno, senza accorgersene, gli Italiani diventano tutti un po’ più “patrimonialisti”…ed ecco che la materia solitamente “tabù” diventa di uso comune…il testamento, la legittima, la disponibile, le quote societarie, la seconda moglie, gli altri figli, ecc…entrano, per qualche giorno, nel quotidiano degli Italiani.
Era successo anche non tantissimo tempo fa, ricordate? Si, in seguito alla morte del grande Lucio Dalla…l’evento e le circostanze familiari dell’artista fecero parlare un po’ tutti di testamenti, conviventi, polizze…
Come allora, anche oggi, tra qualche giorno non se ne parlerà più e la materia verrà scalzata dai soliti discorsi da ufficio o da bar (che spesso, tra l’altro, sono gli stessi :)).
Ma se ci riflettiamo bene, con le dovute proporzioni, quanti Caprotti ci sono in Italia? Quanti imprenditori a capo di un’azienda, più o meno grande, magari con una ex moglie ed una nuova compagna e figli di primo e secondo letto?
Tanti, credo tantissimi…ma quanti di questi hanno programmato il corretto passaggio generazionale dell’azienda ed hanno pianificato il trasferimento della propria ricchezza personale?
Pochi, credo pochissimi….
Si parla di testamenti, passaggio generazionale, quote societarie, mogli ed ex mogli giusto perché trainati dal bombardamento mediatico del momento…ma poi finisce là… ed i milioni di “caprotti italiani” lasceranno aziende ad eserciti di eredi sistematicamente incompatibili ed in conflitto tra loro…e le aziende chiuderanno….lasceranno il proprio patrimonio personale indiviso tra figlie e figli (+ generi e nuore)…e gli avvocati festeggeranno…
…è così…per certe cose siamo tutti dei “caprotti“…
M.