LA SCOMODA POSIZIONE DELLA MOGLIE NELL’ACCETTAZIONE DELL’EREDITA’

LA SCOMODA POSIZIONE DELLA MOGLIE NELL’ACCETTAZIONE DELL’EREDITA’

LA SCOMODA POSIZIONE DELLA MOGLIE NELL’ACCETTAZIONE DELL’EREDITA’ 170 180 admin

La morte di una persona determina il subentro di altre nei suoi rapporti giuridici e patrimoniali, sia attivi che passivi.

Tale situazione, ovviamente, risulta particolarmente insidiosa con riguardo al trasferimento successorio delle posizioni debitorie, spesso magari neanche conosciute per intero.

Ecco allora, che la posizione della moglie che perde il proprio coniuge può presentarsi particolarmente insidiosa.

La donna, infatti, oltre a dover affrontare e superare l’aspetto “emotivo” della perdita del proprio partner, dovrà, nello stesso contesto, affrontare tutti gli aspetti civilistici e fiscali che ne conseguono.

E allora, proviamo a pensare all’ipotesi della casalinga che si trovi ad affrontare la successione ereditaria del marito imprenditore: sarà in grado di percepirne i rischi e le insidie patrimoniali ?

Verosimilmente, alcuni istanti successivi alla morte dell’imprenditore, i creditori di quest’ultimo andranno a battere cassa presso la moglie.

Va ricordato, però, che il chiamato all’eredità, nel nostro caso la moglie superstite, diventerà erede, e quindi eventualmente persona tenuta a pagare debiti ereditari, solo ed esclusivamente in seguito all’accettazione dell’eredità.

L’accettazione, però, può avvenire entro dieci anni dall’apertura della successione, quindi, il creditore, dovrà armarsi di pazienza ed attendere l’accettazione o la rinuncia.

Il creditore, però, che non intenda attendere dieci anni, potrebbe chiedere al Giudice di fissare un termine entro il quale la moglie chiamata all’eredità può accettare o rinunciare.

La moglie dell’imprenditore, per evitare di accollarsi tutti i debiti del marito, e doverne rispondere addirittura anche con i propri beni personali, può accettare col beneficio d’inventario, limitando così la propria responsabilità entro il limite massimo di quanto ricevuto in eredità.

Attenzione però, perchè c’è un’insidia poco conosciuta e sottovalutata: quella dell’erede in possesso dei beni ereditari.

La moglie, che verosimilmente è erede in possesso di beni ereditari (es. la casa coniugale), se non provvede, entro tre mesi dall’apertura della successione ad eseguire l’inventario dei beni dei quali è in possesso, verrà, in automatico, considerata erede pura e semplice, senza più possibilità di rinuncia o di accettazione con beneficio d’inventario.

Inconsapevolmente, quindi, la moglie, dopo tre mesi ed un giorno, potrebbe automaticamente trovarsi debitrice per intero verso tutti i creditori del proprio marito.

E’ chiara, quindi, la scomoda posizione della moglie che, nel brevissimo termine di tre mesi a decorrere dalla perdita di una persona cara e fondamentale per l’intera famiglia, dovrà affrontare situazioni giuridico/patrimoniali che possono influenzare in maniera determinante il suo futuro patrimoniale e quello dei propri figli.

La soluzione al problema?

Si chiama pianificazione successoria, e dovrebbe essere affrontata per tempo da parte di ogni imprenditore, affinchè non vi debba provvedere, in condizioni emotive non adeguate e in tempi ristretti, il coniuge superstite.