Imposta di successione: Italia vs Europa

Imposta di successione: Italia vs Europa

Imposta di successione: Italia vs Europa 516 340 admin

E’ vero, oggi morire in Italia è conveniente…per lo meno dal punto di vista fiscale.

Non sappiamo ancora per quanto, ma ad oggi è così.

Le nostre comode franchigie ed aliquote ci consentono di trasferire a eredi o donatari (spesso) gratis.

C’è un problema però: tra coloro che vengono a mancare nel bel paese, spesso c’è anche chi è proprietario di beni all’estero.

Cosa succede in questi casi?

In Europa l’impatto fiscale-successorio è mediamente molto più gravoso rispetto all’Italia.

Un esempio?

Francia: dal 5 al 40%, a seconda del valore del bene, per i parenti in linea retta; il coniuge è esente, ma i figli hanno solo una franchigia pari ad € 100 mila; per gli altri eredi si passa dal 35 al 60%.

Inghilterra: c’è una franchigia di circa 320 mila sterline e tutto ciò che la supera è soggetto ad un’aliquota del 40%.

Germania: l’imposizione varia in proporzione del valore del bene, con aliquote che vanno da un 7 al 30% per i parenti in linea retta, con franchigia che varia da 100 a 500 mila €.

L’Italia ha sottoscritto delle convenzioni con diversi paesi (es. USA, Inghilterra, Francia, Grecia) al fine di evitare una doppia imposizione fiscale sugli stessi beni per la stessa successione ereditaria. Al di la della convenzione, comunque, il fisco italiano riconosce un credito d’imposta pari a quanto già pagato all’estero per lo stesso bene.

Il meccanismo, però, non elimina del tutto l’eventuale salasso: se ad esempio ho pagato 100 d’imposta  in Germania alla Merkel, per un bene relativamente al quale in Italia avrei pagato 30, al fisco italiano non pagherò nulla, ma non recupero quello che ho pagato in più ai tedeschi (quel 70 in più rimane alla Merkel).

Quindi, in definitiva, morire sicuramente conviene in Italia, vivere ed acquistare…non lo so…

M.