LA RATA DEL MUTUO PAGATA DAL GENITORE: LA CASSAZIONE DICE LA SUA

LA RATA DEL MUTUO PAGATA DAL GENITORE: LA CASSAZIONE DICE LA SUA

LA RATA DEL MUTUO PAGATA DAL GENITORE: LA CASSAZIONE DICE LA SUA 484 340 admin

I genitori, spesso, aiutano (economicamente) i figli…

E’ normale, voi direte….

Certo, è normale… ma il problema sorge quando vi sia un accertamento sintetico sui redditi del figlio dal quale risulti che quest’ultimo appare titolare di un reddito superiore a quello dichiarato….cioè quando risulta che il figlio abbia sostenuto spese per beni e servizi in misura ingiustificata rispetto al reddito dichiarato.

La Corte di Cassazione (sent. 5168/2017) dice la sua.

Nel caso arrivato sulle scrivanie dei giudici del Palazzaccio, veniva contestato ad un contribuente un maggior reddito rispetto a quello dichiarato (= evasione fiscale).

Il contribuente, però,  opponeva il fatto che il padre lo aiutava economicamente, pagandogli, a volte, le rate del mutuo…

….come, dice l’amministrazione finanziaria….fammi vedere i bonifici, i movimenti bancari….

non li ho, risponde il contribuente, il papà me li dà in contanti

…bene, e io, senza un minimo di prova, dovrei crederti? Gli rispondono.

Ma interviene il giudice che dice….si devi credergli.

La Corte di Cassazione fissa un principio molto importante….

Partendo dal presupposto che spesso i genitori aiutano i figli nel sostenere le spese correnti, e che ciò, spesso, nella maggior parte dei casi, avviene senza l’utilizzo dei canali bancari (contante) risulta spesso impossibile far fronte alle rigorose pretese dell’ente accertatore  circa la prova tramite produzione della documentazione bancaria….

La Suprema Corte, quindi, ha ritenuto sufficiente che, pur in assenza di documentazione bancaria, le giustificazioni del contribuente appaiano “verosimili”…

Nello specifico appariva “verosimile” che il padre, che dimostrava considerevole disponibilità finanziaria, avesse aiutato, in contanti, il figlio….

Tutto bello…. e tutto bene quel che finisce bene….ma attenzione: ci dovrà essere sempre un giudice che ritenga la tesi del contribuente, in ogni specifico caso, “verosimile”….

Quindi, cari genitori….il caro vecchio BONIFICO….e si passa dalla “verosimiglianza” (da provare) alla “certezza” (provata).

M.