Il titolo di un quotidiano della settimana in corso: “Lady Gucci esce di cella e il giudice le assegna i milioni del marito ucciso”.
La vicenda ha per protagoniste Patrizia Reggiani, ex moglie di Maurizio Gucci e le figlie Allegra ed Alessandra.
Come noto, la Reggiani è stata condannata come mandante dell’omicidio del marito, freddato a colpi di pistola a Milano, nel 1995.
La Reggiani, scontata la pena, ora batte cassa e presenta il conto alle eredi Gucci.
Maurizio Gucci, infatti, contrattualmente, due anni prima di morire, si era assunto l’obbligo di corrispondere alla moglie, “vita natural durante”, 1.100.000 di Franchi svizzeri all’anno.
E’ evidente che, morto lui, l’impegno è stato ereditato dalle sue figlie.
La Reggiani ora chiede gli arretrati, maggiorati degli interessi e della rivalutazione monetaria, nonchè la corresponsione per il futuro.
Allegra ed Alessandra, comprensibilmente, si rivolgono al giudice: è possibile che chi ha ucciso il loro padre continui a vantare nei suoi confronti (e, quindi, delle sue eredi) il relativo credito?
Per i giudici della Corte d’Appello di Milano non c’è dubbio: Gucci aveva un debito, ora è morto, il relativo debito passa in capo ai suoi eredi.
“Il comportamento, penalmente sanzionato di Patrizia reggiani, non ha però avuto rilievo sugli accordi raggiunti con Maurizio Gucci ed è irrilevante. Ogni altra valutazione è attinente all’ambito morale e non strettamente giuridico e quindi non influenza l’interpretazione dell’accordo” scrivono i giudici.
La vicenda, evidentemente, lascia la bocca amara non tanto (o, meglio, non solo) per il passaggio di un debito da genitori a figli, ma per l’assurda situazione in cui due figlie si trovano a dover pagare (milioni) all’assassino del loro padre.
Il tutto merita una riflessione tecnico-giuridica: è pacifico che le posizioni debitorie dei genitori passano ai figli (se non rinunciano all’eredità), ma purtroppo, non essendo possibile per i genitori prevedere il momento della propria morte, spesso le posizioni debitorie si trasferiscono inconsciamente.
Un esempio? Mutui, finanziamenti, posizioni fiscali aperte, obblighi assunti con contratti preliminari, fideiussioni…..tutte posizioni che il de cuius avrebbe sicuramente chiuso di lì a poco….se avesse vissuto ancora il tempo necessario….ma purtroppo c’è stato l’incidente stradale, la malattia improvvisa….
Solo il costante e periodico monitoraggio della propria posizione patrimoniale globale può consentire di evitare “pericoli” ai propri figli ed al proprio coniuge….gli strumenti ci sono: trust, atti di destinazione, separazione dei beni, veicoli societari, donazioni, ecc….purtroppo sono le (adeguate e prudenti) strategie patrimoniali che mancano….o, meglio, ciò che manca è lo sviluppo di una corretta e diffusa “cultura patrimoniale”….
E’ il compito del patrimonialista e….ci stiamo arrivando, piano piano ci arriviamo.
M.